mercoledì 21 ottobre 2015

L'insostenibile piacere della paura.

Halloween si avvicina, e quale modo migliore di festeggiarlo qui a BrodoNerd con un bella panoramica su quello che è il genere videoludico del "survival horror". 

Per quanto non vogliamo ammetterlo, l'essere umano adora spaventarsi. Ne è una prova il fatto che già nel XVIII secolo, con il nascere della letteratura gotica, spaventare inizia ad essere una forma di intrattenimento molto apprezzata. L'avvento del cinematografo portò il gusto della paura a nuovi livelli, e già nel 1913 con Der Student von Prag (Lo studente di Praga) del danese Stellan Rye, possiamo intravedere elementi del cinema dell'orrore.
Dal cinema al piccolo schermo il passo è breve, ed anche il settore videogaming viene "infettato", facendo entrare la paura nelle nostre case.
Sembra che Hunted House (Atari, 1982) sia stato il primo esempio di videogame a tema "pauroso". Altri sostengono che il precursore da cui tutto è iniziato sia stato Splatter House (Namco, 1988) un picchiaduro a scorrimento orizzontale caratterizzato da una notevole violenza grafica, ispirata ai film splatter.


Splatterhouse (1988) l'originale. Non il fancazzista remake del 2010

Dobbiamo attendere ancora qualche tempo, per la precisione verso la fine degli anni 90, per cominciare a parlare veramente di survival horror game. E qui, il titolo di "fondatore del genere" se la giocano, a seconda delle correnti filosofiche e delle diverse fazioni, ben due titoli ovvero Alone in the Dark (Infogrames, 1992) e Clock Tower (Human Entertaiment, 1995).  
Per molti è amore a prima vista, per tutti è la nascita di "qualcosa di diverso". 
Io do la precedenza agli anziani comunque...

Alone in the Dark era un avventura dinamica, con molta azione e che mirava a spaventare il giocatore attraverso le ambientazioni e la storia. Grazie ad un sapiente uso di musiche ed effetti sonori, ancora oggi il primo capitolo della serie (ne sono stati elaborati poi altri due) è considerato tra i giochi più spaventosi insieme a titoli come System Shock 2, Silent Hill Aliens vs Predator
Il primo capitolo di questa fortunata serie prende ispirazione per la sua trama dalle opere di Howard P. Lovecraft (lode al maestro! n.d.r.). 
Ambientato nella Luisiana del 1925, sarete Edward Carnby, investigatore privato che dovrà scoprire il segreto di Villa Derceto, riuscendo al tempo stesso a sopravvivere a creature infernali uscite direttamente dalle pagine di Libri maledetti come il Necronomicon o il De Vermis Mysteris.


Ormai il dado era stato tratto. Il videogicatore che amava guardare i vecchi film della Hammer e le nuove orrende (nel senso di spaventose) produzioni horror di Hollywood, poteva finalmente interagire di persona (si fa per dire) con quelle situazioni che lo terrorizzavano.
Sempre nel 1995 vede la luce Phantasmagoria (Sierra-on-line, 1995) appartenente al filone dei film interattivi, un titolo particolarmente cruento e che fu censurato in alcuni paesi a causa di una violenta scena di stupro (senza nudo però) subita dalla protagonista. 

Lo scopo del genere survival horror è proprio quello di far sopravvivere il nostro alter ego digitale definendo, quindi, le tematiche ma non le meccaniche di gioco. Questo significa che un survival horror  può essere un'avventura grafica, un action game, uno shooter e così via, dando agli sviluppatori una sorta di "licenza poetica" per sbizzarrirsi con questo nuovo genere (ad esempio la serie Resistance per PlayStation, uno sparatutto in prima persona che viene inserito nella lista dei titoli survival[1]).


Siamo arrivati in punta di piedi fino al 1996, anno in cui Capcom ci regala quel piccolo gioiello che è stato (ed è tutt'ora) Resident Evil (Capcom, 1996), il quale ascende da subito nell'olimpo dell'intrattenimento digitale come il vero erede di un genere controverso, adorato dai videogiocatori ed odiato dalle censure.
Per la prima volta, la violenza veniva mostrata chiaramente, grazie a filmati con attori in carne ed ossa ed ambienti con grafica pre-renderizzata. 
Un'ambiente angosciante (una gigantesca villa sperduta in un bosco), un gruppo di agenti speciali di polizia, strane ed oscure presenze nascoste dietro ogni porta...per il giocatore sembra di essere parte di un film finalmente! 
Era nato il survival horror definitivo!

Il primo episodio di Residen Evil (tra il 1996 ed il 2015 se ne contano ben 37!) rimane a mio avviso il più bello in termini di ambientazione. Basta considerare che di questo primo episodio ne sono stati fatti ben 5 remake.


L'imbarazzo della scelta
Ideato da Shinji Mikami, l'avventura del B.R.A.V.O. Team del dipartimento di polizia di Racoon City ha saputo terrorizzarci con un mix di musiche quantomai azzeccate, momenti da cardiopalmo e una discreta dose di salti sulla sedia. Aggiungete anche una scarsità di proiettili, la necessità di razionare le proprie scorte e la possibilità di morire facilmente sbranati da uno zombi ed avrete un cocktail perfetto per passare una serata di vero terrore. E poi potevi far saltare in aria la testa degli zombi!


BOOM!
Il resto è storia come dice qualcuno. Ormai il dado era stato tratto. Alla serie di Resident Evil (conosciuta originariamente nel Sol Levante come Biohazard) seguirono altri titoli pensati per spaventare il giocatore. Se vi piacciono i film horror, ma volete sentirvi parte di quell'emozione, allora correte a recuperare titoli come Fatal Frame (Project zero, Temco, 2001) o Dead Space (Visceral Games, 2007). Non potete nemmeno lasciarvi scappare un bel giretto a Silent Hill (Konami, 1999) che insieme a Resident Evil ha fatto la fortuna dei survival horror. 

[1] Personalmente non sono molto d'accordo. Sopravvievre armato di blaster, fucili al plasmacannoni vulcan non solo è più facile ma anche più divertente (n.d.r.)

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