Ma non del retrogaming fatto di emulatori, vecchie glorie arcade, e cabinati. Eh no gente, oggi parliamo del vecchio modo di confezionare i videogiochi quando ancora si viaggiava sui Floppy Disk da 3 pollici ed il futuro era il CD-ROM. E di quando ogni scatola di videogame era un piccolo forziere del tesoro ricco di "goodies". Siete pronti a partire per questo viaggio nel passato? Si? Bene!: Modalità NOSTALGIA ON
Tanto tempo fa
Prima era tutto diverso e le misure non-standard delle confezioni di un videogame non avrebbero certo lasciato spazio ad un intruso, dato che bastavano più o meno 5 titoli per riempirvi la mensola. Figuriamoci se concedere spazio ad abusive videocassette!
Sorvolando sulle cover art delle locandine dei giochi che meriterebbero un articolo a parte (alcune, insisto, dovrebbero essere conservate in un museo!), parliamo di scatole di cartone (sopratutto giochi per PC-Dos) della grandezza di un enciclopedia per contenere un floppy da 3" 1/2 (quando ti diceva bene ed era un titolo recente) o da 8" o 5" 1/4. Ma non si trattava sempre di uno spreco di spazio (inconfondibile rumore tipo "maracas" quando agitavi la scatola) perché spesso quando aprivi quello che si rivelava un piccolo forziere del tesoro, era una gioia per gli occhi.
Ricordo ancora quando vidi il contenuto della confezione di Indiana Jones and the last crusade, (Lucasarts, 1989) che oltre al manuale di gioco ed i floppy disk, includeva vari opuscoli, un visore ad infrarossi (traduzione: listello di plastica rossa trasparente) per leggere i codici segreti di gioco per avviare ed una riproduzione del manoscritto usato dal Professor Jones nella sua avventura e che vi rivelava indizi su come procedere alla soluzione del gioco (!!!).
Quanto ben di Dio, Indie... |
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Nella maggior parte dei casi, nelle confezioni trovavi sempre almeno il poster del videogioco (in questo erano famosi i titoli per Commodore64) insieme al manuale ed eventuali fogli/libretti con i codici di accesso.
C'erano poi quelle piccole perle come Zak McKraken and the alien mindbenders (Lucasarts, 1988) che includevano anche il libro degli indizi per completare l'avventura ed una edizione del giornale locale che riporta notizie relative agli eventi del gioco, tutto per farti sentire ancora più coinvolto. E' un po' la tecnica usata da William Castle [1] per pubblicizzare i suoi film negli anni 50/60.
Se volete divertirvi un po', potete anche crearvi la vostra "edizione personale" del vostro gioco preferito. Basta andare su VGBoxArt e dare libero sfogo alla fantasia
Must have per tutti! ;) |
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